Anna Seghers

Anna Seghers (Magonza 1900 – Berlino Est 1983). Tedesca, ebrea, comunista. All’avvento del nazismo, che ha contrastato con l’impegno politico e letterario - di quegli anni il romanzo La rivolta dei pescatori di Santa Barbara - è costretta all’esilio, prima in Francia e poi in Messico, dove ritrova Tina Modotti e stringe amicizia con Frida Kahlo e Diego Rivera. I suoi scritti bruciano nella notte del famigerato rogo dei libri, organizzato dai nazisti il 10 maggio 1933. Nel dopoguerra rientra in Germania con la convinzione di poter contribuire al riscatto della lingua tedesca. È tra le fondatrici della DDR e si stabilisce nella parte di Berlino che ne è capitale, diventa presidentessa dell’Unione degli Scrittori, un compito che assolve con la determinazione e la libertà che la portano ad affermare l’imprescindibile necessità di “respirare alla luce delle parole”. Intensi i rapporti di amicizia con gli scrittori del suo tempo: Brecht, Mann, Hikmet, Guillen, Shuteriqi, Trifonov, Neruda, Amado. In Italia tutti i suoi romanzi escono nel dopoguerra. Tra gli altri La settima croce e I morti restano giovani. È l’autrice tedesca più pubblicata e letta sino al 1957, quando la nascita dell’attuale Unione Europea, allora MEC, impone, tra i vincoli per i paesi contraenti, il blocco di qualunque relazione economica e culturale con la DDR.

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