Vittorio Sereni

Nasce a Luino, sulla sponda orientale del Lago Maggiore, il 27 luglio del 1913. Dopo le scuole elementari, compie gli studi medi e liceali a Brescia dove il padre, funzionario delle Dogane, era stato trasferito. Ma Luino, anche per i vincoli materni, continua ad essere il luogo delle sue vacanze sul lago, delle amicizie giovanili e dei suoi primi amori. Si trasferisce nel 1932 a Milano dove si laurea in Lettere all’Università Statale con una tesi, precorritrice per i tempi, su Gozzano. È del gruppo di giovani intellettuali (tra cui Luciano Anceschi, Enzo Paci, Antonia Pozzi, Remo Cantoni) che fa capo a un maestro d’eccezione, il filosofo Antonio Banfi, quindi partecipa attivamente alla vita di “Corrente”, la rivista fondata a Milano da Ernesto Treccani (1938-1940). Nel 1940 sposa Maria Luisa Bonfanti, sua compagna d’Università, da cui avrà tre figlie. Nelle edizioncine di “Corrente” esce nel 1941 il suo primo libro di poesie, Frontiera, poi ampliato col titolo di Poesie e pubblicato da Vallecchi, a Firenze, l’anno successivo. Dopo aver iniziato la carriera d’insegnante negli istituti magistrali e nei licei, viene richiamato alle armi. Col suo reparto di fanteria è in Grecia, poi in Sicilia, dove viene catturato dagli Alleati nel luglio del 1943 e recluso per due anni in campi di prigionia dell’Algeria e del Marocco francese. A queste esperienze si riferisce il Diario d’Algeria (1947), accolto positivamente, fra gli altri, da Saba. Rientrato a Milano alla fine della guerra, Sereni riprende l’insegnamento fino al ’52, quando viene assunto all’Ufficio stampa della Pirelli dove lavorerà per sei anni. Nel ’58 entra in Mondadori con funzioni di direttore letterario assumendo una posizione di primo piano sia nello stabilire le scelte degli autori da pubblicare, sia nella realizzazione di nuove collane. Dai primi anni cinquanta inizia a frequentare Bocca di Magra (La Spezia), che diventerà un luogo privilegiato della sua poesia. Il lavoro poetico di un ventennio del dopoguerra confluisce negli Strumenti umani (1965) che, per i risultati raggiunti anche nella ricerca di una nuova lingua poetica, lo pone tra le voci più influenti della sua generazione. Il poemetto Un posto di vacanza (1972) gli vale l’assegnazione del premio dell’Accademia dei Lincei per la poesia. Alla sua opera poetica si legano strettamente i testi diaristico-narrativi Gli immediati dintorni (1962), L’opzione (1964), Ventisei (1970), Il sabato tedesco (1980) e, postumo (1986), Senza l’onore delle armi. Accanto all’attività editoriale, Sereni segue anche un assiduo esercizio di traduttore. Pregevolissime in particolare le sue versioni poetiche da Williams, Char, Apollinaire e la traduzione dell’Illusion comique di Corneille. L’interesse della critica per Sereni, dapprima affidato a poche significative voci, cresce nel tempo tanto che oggi egli è generalmente considerato il maggior lirico post-montaliano. La sua quarta e ultima raccolta di versi, Stella variabile, appare agli inizi del 1982, un anno appena prima della morte, che lo coglie improvvisamente il 10 febbraio 1983. È sepolto nella tomba di famiglia a Luino.

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