Ferruccio Rossi-Landi
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Ferruccio Rossi-Landi (Milano, 10 marzo 1921 – Trieste, 5 maggio 1985) è tra i maggiori rappresentanti della semiotica e della filosofia del linguaggio del Novecento. Insegnò fra il 1964 e il 1975 in varie università europee e americane e, come professore ordinario, Filosofia della storia nell’Università di Lecce dal 1975 e Filosofia teoretica nell’Università di Trieste dal 1977. Tra le sue opere: la trilogia (Bompiani): Il linguaggio come lavoro e come mercato (1968, 1983, n. ed. a c. di A. Ponzio 2003), Semiotica e ideologia (1972, 1979, n. ed. a c. di A. Ponzio, 2011), Metodica filosofica e scienza dei segni (1985, n. ed. a c. di A. Ponzio 2006); Charles Morris e la semiotica novecentesca, 1975; Between signs and non-signs, a c. di S. Petrilli, John Benjamins, 1992; The Corrispondence Morris – Rossi-Landi, a c. di S. Petrilli, Semiotica, Special Issue, 88, 1-2, 1992; Scritti su Gilbert Ryle e la filosofia analitica, 2003; Ideologia (1978, 1982, n. ed. a c. di A. Ponzio, 2005); Rossi-Landi – Bergmann, Analisi del linguaggio e ideal language in filosofia (Corrispondenza 1950-1956), a c. di C. Zorzella e M. Cappi, ZeL, 2011. Da Mimesis è anche edita la monografia di A. Ponzio sull’autore, Linguaggio, lavoro e mercato globale (2008).