Gillo Pontecorvo
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Gillo Pontecorvo (Pisa 19 novembre 1919 - Roma 12 ottobre 2006), cineasta tra i più celebri del cinema italiano nel mondo. Di famiglia ebrea agiata, fratello del celebre fisico Bruno Pontecorvo, uno dei ragazzi di Via Panisperna che scelse l’Unione Sovietica come sua nuova patria, fu, durante la Seconda guerra mondiale, pendolare tra Parigi e l’Italia. Iscritto al Partito Comunista clandestino, militò nella Resistenza con il nome di battaglia di Barnaba. Tornato nella capitale francese liberata, collaborò con alcuni giornali italiani inviando corrispondenze. Prima di dedicarsi totalmente al cinema, diresse il settimanale della gioventù socialista e comunista d’Europa, “Pattuglia”. Fu aiuto regista di Mario Monicelli, Gian Carlo Menotti, Yves Allégret, e partecipò come attore al film di Aldo Vergano, Il sole sorge ancora. Negli anni Cinquanta diresse alcuni documentari prima di esordire nel film collettivo di Joris Ivens, La rosa dei venti, con l’episodio Giovanna. Il suo primo lungometraggio fu La grande strada azzurra, cui seguirono Kapò, La battaglia di Algeri (Leone d’oro a Venezia nel 1966), Queimada (con Marlon Brando protagonista) e Ogro. Nel 1992 fu chiamato a dirigere la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, incarico che tenne per cinque memorabili edizioni.