Gabriele Perretta

I mestieri di érgon

Fabric'art: visioni, oggetti, storie della medialità

Informazioni
Collana: Dogville
2005, 260 pp.
ISBN: 8884832306
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Sinossi

"Come per l'atleta, per lo scultore e per ogni artigiano e in generale per tutti coloro che hanno un'opera e una funzione, il bene proprio sembra consistere in questo érgon, così dovrebbero essere per l'uomo in quanto tale, ammesso che vi sia per lui qualcosa come un érgon, un'opera propria. Oppure si dovrà dire che, mentre il falegname e il calzolaio hanno un'opera e una funzione proprie, l'uomo non ne ha alcuna, che egli è, cioè, nato argòs, senz'opera?" (Aristotele, Etica Nicomachea, 1097 b 22 sq.).

Negli ultimi anni, la categoria dell'artista si è semanticamente dilatata, superando i confini ormai angusti della tradizione estetologica classica. L'apporto delle scienze è così divenuto strumento di frazionamento del sistema artistico e di scioglimento nell'etere di tutto il complesso classico dei segni. È questo il motivo per cui la presente antologia promossa da Fabric'art, raccogliendo diversi saggi monografici su artisti italiani e internazionali emergenti, prospetta una delle disamine possibili di quel passaggio, che lo stesso autore di questi testi definì Medialismo. Gli scritti, che vanno dal 1994 al 2004, ma risalenti a studi che l'autore ha portato avanti già dalla seconda metà degli anni Ottanta, sono estratti da cataloghi e da raccolte più ampie. Il currere del tratto complessivo ridefinisce il senso dell'opera d'arte, trasferendo la gabbia formale della visività nella griglia dei discorsi aperti e più diffusi della comunicazione. Partendo specificamente dall'analisi dell'immagine mediale e post-pittorica fino all'universo digitale, si approda poi all'elaborazione di una particolare metacritica dell'installazione multimediale. Il pre-testo da cui muove l'assunto della pubblicazione scaturisce da un passo dell'Etica Nicomachea di Aristotele, "l'uomo è nato argòs, senz'opera". Nell'epoca post-fordista, non potendo trascurare la spinta commutativa e socio-antropologica proveniente dalle nuove tecnologie, l'artista accetta la condizione dell’iper-designer operante in un'officina mediale senza nome

Gabriele Perretta, archeologo della contemporaneità, ha tenuto seminari nei dipartimenti di Barcellona, Lovanio, Francoforte e Parigi, dove attualmente insegna Storia e teoria della critica mantenendo contemporaneamente un corso di Teoresi dell'estetica tecnologica e Fenomenologia dei media a Brera 2, Milano. Ha ideato la teoria artistica del medialismo, e svolge attività di free lance presso magazine italiani e stranieri. Ha tradotto letteratura e filosofia francese e tra i volumi individuali si segnalano: Medialismo (saggi, 1989-1993), Milano 1993; art.comm, Roma 2002; Techne02, Milano 2002; Nel tempo dell'adesso, Milano 2002; Primalia, Reggio Calabria 2004; Media.comm/Corniti.Medium, Milano, 2004. Per i tipi di Mimesis ha collaborato a vari volumi della collana-rivista Millepiani, e ha curato i testi collettivi Il tempo dell'adesso. Walter Benjamin tra storia, natura e artificio. Opere e scritture sulle 18 tesi di filosofia della storia, 2002, e Media. comm/comm.medium. Divenire comunità oltre il mezzo: l'opera diffusa, 2004; s.Finiti dall'arte. Sul lavoro ed altri travagli, Milano 2004.