Come si può pensare oggi la politica e la storia? Il volume traccia due possibili itinerari. Su un versante si indaga il criticismo kantiano, sempre alla ricerca di analogie latenti e di affinità nascoste, che vivificano il rapporto tra politica e storia, osando proiettare un debole raggio di speranza sulla loro redenzione. Il saggio presenta tre prospettive salienti: la libertà fondata sulla finitezza dell’intelletto; la massima dell’imperativo categorico che apre la strada all’idealismo e la presenza di una serie di rimandi interni nelle opere kantiane costruiti secondo il criterio dell’als ob. Sul fronte opposto si mostra come l’inesausto movimento di fondazione logica della storia e della politica dipenda dal potere magico (Zauberkraft) che lega identità differenza; il problema della differenza tra soggetto e oggetto non trova mai soluzione in una quieta identità, perciò è sollevato (Aufheben) su piani sempre più elevati: dall’autocoscienza al lavoro, per approdare allo Stato e da ultimo alla storia. Dall’architettonica kantiana fondata sull’analogia è sorta la ferrea logica di Hegel; il cuore di questa dialettica pulsa ancora secondo il ritmo dell’analogia.
Francesco Valagussa (1983) si occupa del rapporto tra estetica, metafisica e teologia. Attualmente è dottorando in “Filosofia della storia” presso l’Istituto italiano di Scienze Umane. Ha pubblicato Il sublime. Da Dio all’io con prefazione di Massimo Cacciari (Milano 2007) e Impossibile sistema. Metafisica e redenzione in Kant e in Hegel (Padova 2009) con prefazione di Emanuele Severino. Ha curato la riedizione delle Opere di Bertrando Spaventa, con postfazione di Vincenzo Vitiello. Ha scritto L’orizzonte estetico della filosofia della storia, saggio sulla filosofia della storia nel pensiero kantiano che confluirà nel volume collettaneo Prospettive di filosofia della storia, in preparazione per Mondadori.