
Se la questione del nulla ha assunto oggi una posizione centrale nel dibattito filosofico contemporaneo, lo si deve al pensiero di Heidegger che ha conferito al problema della negatività una portata ontologica fondamentale. Da Essere e tempo (1927) a Che cos’è la metafisica? (1929), dai Beiträge zur Philosophie (1936-1938) al Principio di ragione (1957), il filosofo tedesco compie un percorso di rinnovamento della tradizione ontologica occidentale che conosce discontinuità e accelerazioni, slanci e indugi. Rispetto all’enfasi posta dalla storia della metafisica sulle determinazioni ontiche del pieno e del positivo, da cui è derivato il deprezzamento del nulla e la sua riduzione a mancanza assoluta, Heidegger valorizza le dimensioni del vuoto e dell’assenza, facendo del nulla il perno di una rifondazione complessiva della problematica dell’essere e del fondamento. La Nichtsfrage mostra così la sua stretta connessione con la Seinsfrage, costituendone il risvolto più enigmatico e inquietante.
Roberto Morani, dottore di ricerca in Filosofia, ha approfondito in vari saggi apparsi in miscellanee e su rivista (“Giornale di Metafisica”, “Annuario filosofico”, “Il Pensiero”) le questioni del tempo, della memoria e della soggettività in Hegel e Nietzsche. Per Franco Angeli ha pubblicato il volume Soggetto e modernità. Hegel, Nietzsche, Heidegger interpreti di Cartesio, Milano 2007 e, con Francesca Michelini, ha curato la raccolta di saggi Hegel e il nichilismo, Milano 2003.