Che rapporto intercorre tra corpi, norme sociali e norme giuridiche? Come mai la sicurezza è diventata "securitarismo"? Perché continuano ad essere cavalcate forme di dicriminazione basate su condotte sessuali? Nelle società del rischio il potere politico tende ad inglobare il sistema giuridico e il sistema culturale sino a trasformare l'emergere di nuove soggettività e le relative lotte per i diritti in meri "corpi del reato". Corpi da gestire e da goverare attraverso inediti dispositivi di controllo sociale stigmatizzati e "differenzianti". In questo libro, a partire dall'analisi di alcuni fatti sociali legati alla sessualità e alla sicurezza - dalla nascita della norma eterosessuale alla violenza di genere, dalle ordinanze amministrative dei sindaci ai CIe - si mostra come la crisi dello stato di diritto e del garantismo penale si traduca assai spesso in razzismo e sessismo eccedendo persino la centenaria storia dei diritti fondamentali. Ne consegue un paradosso: da una parte il diritto eccede se stesso attraverso interventi di tipo securitario e amministrativo; dall'altra si lascia eccedere dagli stessi corpi che vuole goverare rivelandosi incapace di rispondere alle aspettative.
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