
Fabio Chiusi
Ti odio su facebook
Come sconfiggere il mito dei "brigatisti" da social network prima che imbavagli la rete
Fabio Chiusi
Ti odio su facebook
Come sconfiggere il mito dei "brigatisti" da social network prima che imbavagli la rete
“Facebook è più pericoloso dei gruppi degli anni ’70”. Renato Schifani.
Uccidere Silvio Berlusconi, santificare Bernardo Provenzano, giocare al tiro al bersaglio con i bambini down: sono solo alcuni dei deliranti propositi lanciati dalle bacheche di Facebook e che hanno raggiunto, tramite quotidiani e telegiornali, le case degli italiani. Ma è proprio vero che, come sostiene Gabriella Carlucci, i social network “si sono trasformati in pericolose armi in mano a pochi delinquenti che, sfruttando l’anonimato, incitano alla violenza, all’odio sociale, alla sovversione”? L’indagine condotta in questo volume affronta con serenità e completezza il “lato oscuro” della piattaforma, e conclude che vada sfatato il mito delle “Brigate Facebook”. Una volta sottratta la perversa lente di ingrandimento dei media, infatti, si scopre che il flusso di informazioni e idee prodotto dai sedici milioni di utenti di Facebook non è certo dominato dall’odio. E che non c’è affatto bisogno delle leggi-bavaglio alla libertà di espressione in Rete proposte, neanche a dirlo, in concomitanza con la scoperta dell’ennesimo “gruppo choc”.
Fabio Chiusi, MSc alla London School of Economics in Storia e Filosofia della Scienza, è un blogger e ricercatore universitario. Scrive di politica, social networking e critica della disinformazione sul blog ilNichilista. Collabora con Farefuturo Web Magazine e L’Espresso, oltre a siti come iMille e il Termometro Politico.