
Presenze filosofiche in Umbria I
Dal Medioevo all'età moderna
Per molto tempo si è ritenuto che la sensibilità umbra non fosse particolarmente votata per l’attività speculativa. Recenti studi, condotti nell’ambito del Dipartimento di filosofia dell’Università di Perugia, sembrano ridimensionare questo luogo comune. Fin dalla seconda metà del XIII secolo, l’interesse per le tematiche filosofiche era coltivato negli ambienti francescani, dove queste venivano declinate in senso prevalentemente agostiniano. Oltre al francescanesimo, forte è stata la presenza della Scolastica, sia nella versione più vicina a Tommaso d’Aquino, sia in quella che ha trovato espressione negli altri grandi maestri medievali. Con l’Umanesimo anche in Umbria si è aperta una stagione di vivace dibattito tra platonici e aristotelici. Il contributo di maggior rilevanza in tal senso si deve a Luca Pacioli che, ispirandosi a una visione matematica della realtà, ha fatto assumere alla prospettiva platonica una curvatura dalle forti risonanze mistiche. In seguito, si sono affermati altri indirizzi di pensiero, legati allo sperimentalismo galileiano, al giansenismo, all’illuminismo e all’idealismo, ma ripensati, approfonditi e vivacemente discussi. Non molte sono le figure che si sono imposte al di fuori dei confini regionali, esse tuttavia hanno contribuito attivamente a mantenere vivo il pensiero critico e la capacità di cogliere la realtà nella sua variegata articolazione.
Saggi di: Orlando Todisco, Graziella Federici Vescovini, Valeria Sorge, Angelo Capecci, Antonio Pieretti, Maria Muccillo, Carlo Vinti, Mario Tosti, Furia Valori, Luigi Alici, Enrico Berti, Aurelio Rizzacasa, Edoardo Mirri, Armando Rigobello.
Antonio Pieretti è professore ordinario presso l’Università degli Studi di Perugia dove insegna Filosofia teoretica. Oltre ad aver collaborato in qualità di condirettore all’Enciclopedia Filosofica edita da Bompiani, ha di recente pubblicato Filosofia teoretica, Brescia 2008.