
Pino Bertelli
Fotografia situazionista della rivolta
Dal Sessantotto alle attuali insurrezioni nel mondo arabo
Pino Bertelli
Fotografia situazionista della rivolta
Dal Sessantotto alle attuali insurrezioni nel mondo arabo
Questo pamphlet ereticale (ateologico, agnostico, libertario) è scritto secondo i dettati (orali) della lingua argot di François Rabelais, François Villon, Louis-Ferdinad Céline... di Lazarillo de Tormes, Jules Bonnot, il boia di Londra... di Capo Giuseppe (della tribù dei Nasi Forati), del dinamitardo di tutte le morali (Friedrich W. Nietzsche) e delle pétroleuses della Comune... di sconosciuti cavalieri erranti dell’Utopia che fecero l’impresa, di folli bruciati dall’amour fou, di coraggiosi poeti di strada che hanno sparato prima di strisciare... e, più ancora, si richiama alla gioia dei bambini con i piedi scalzi nel sole e la pioggia sulla faccia che hanno continuato a tirare i sassi alle stelle... è un pastiche irriverente che intreccia motti di spirito, paradossi, bestemmie propri al calembour, al witz ebraico, alla lingua non scritta dei gitani... che – come gli indiani d’America – consideravano a ragione che la verità non va mai detta che nella propria lingua, poiché in quella del nemico regna la menzogna.
Pino Bertelli è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, giornalista, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su temi della diversità, della libertà, dell’emarginazione, dell’amore dell’uomo per l’uomo e per la difesa del Pianeta Azzurro come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista.