Fabio Minazzi

Suppositio pro significato non ultimato

Giulio Preti neorealista logico

Informazioni
Collana: Centro Internazionale Insubrico
2011, 422 pp.
ISBN: 9788857506708
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Sinossi

Giulio Preti (Pavia, 1911 – Djerba 2011) rappresenta una delle voci più originali, scomode ed inquiete della filosofia italiana del secondo Novecento. Formatosi nella Milano banfi ana degli anni Trenta, la sua ricerca si è poi dipanata in modo autonomo, dialogando teoreticamente con Husserl, Simmel, Scheler, con l’empirismo logico di Carnap, Schlick, Neurath, Hempel, con il pragmatismo di Dewey e del giovane Marx, con le indagini di Russell, Ayer, Cassirer, senza trascurare i classici del pensiero come, per esempio, i presocratici, Leibniz, Newton, Pascal, Feuerbach, Kierkegaard, Hume, Schelling, Darwin, etc.. Preti ha sempre concepito la filosofia come un «onesto mestiere» che personalmente ha praticato con un «hostinato rigore», à la Leonardo, apertamente contrastante le molteplici “logiche” accademiche che hanno variamente infestato le università italiane. Preti, nel corso di tutta la sua vita, è così sempre rimasto «irto ed incorrotto», proprio perché, per dirla ancora con la poetessa Daria Menicanti, ha amato «più che gli uomini, la verità». In occasione del centenario della sua nascita in questo volume sono raccolti, da parte di uno dei maggiori studiosi del pensiero di Preti, molteplici ricerche che, oltre ad approfondire criticamente la nostra conoscenza della biografi a intellettuale del pensatore pavese, illustrano un aspetto poco noto e affatto inedito del pensiero di Preti. Basandosi infatti sulla conoscenza diretta dei manoscritti autografi pretiani l’Autore presenta il programma del neorealismo logico – qualifi cabile anche come un realismo fenomenologico oppure come un oggettivismo trascendentale – che il pensatore pavese ha elaborato soprattutto negli ultimi lustri della sua esistenza, durante la tragica solitudine degli anni fiorentini. Prendendo le mosse da una preziosa indicazione a suo tempo formulata da Eugenio Garin – in un testo rimasto anch’esso ignoto – l’Autore individua infatti negli studi pretiani concernenti la logica e la semantica medievali un punto decisivo e di svolta per la sua stessa maturazione filosofica teoretica che lo ha infine indotto a passare da una fi losofi a concepita prevalentemente quale rifl essione pragmatica sull’esperienza
sensibile, ad un più complesso programma di ricerca, incentrato sulla delineazione di una “metafisica critica” che trova appunto nella prospettiva del neorealismo logico – «un nome relativamente nuovo per una dottrina assai antica» – il suo orizzonte privilegiato di indagine. Sullo scoglio di questo programma di ricerca filosofico si è poi dipanata la stessa inquietudine – esistenziale e teoretica – di Preti che le pagine dei suoi molti scritti inediti qui spesso richiamati documentano in tutta la sua complessa ricchezza, nelle sue luci, come anche nelle sue ombre. Il volume è poi completato da altri interessanti documenti inediti sulla presenza di Preti nel mondo arabo, tra cui si segnala la sua ultima lettera scritta da Djerba, una manciata di giorni prima di morire, ad Ermanno Migliorini e la ricostruzione di tutte le ricerche connesse al ritrovamento della tomba di Preti a Tunisi.

Fabio Minazzi (Varese 1955), ordinario di Filosofia teoretica dell’Università degli Studi dell’Insubria, è direttore scientifico del Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti”, nonché della rivista «Il Protagora», socio effettivo dell’Académie Intrernationale de Philosophie des Sciences. Formatosi alla scuola di Ludovico Geymonat e di Mario Dal Pra ha insegnato nelle Università di Milano, all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana, nell’Università di Lecce, all’Università di Cordoba (Argentina), tenendo molti altri corsi, lezioni e seminari in diversi atenei (italiani ed esteri). Autore di una trentina di monografi e, ha curato più di cinquanta volumi e ha scritto oltre 300 saggi, studi e note nei quali ha approfondito la storia del razionalismo critico europeo ed italiano (occupandosi, in particolare, del pensiero di Immanuel Kant, Galileo Galilei, Carlo Cattaneo, Ludovico Geymonat e Giovanni Vailati), dedicando un’attenzione costante soprattutto al pensiero di Giulio Preti, traducendo volumi di Popper (1998) e Petitot (2009), promuovendo molteplici seminari e simposi.