
Clive Bell
Il piacere della pittura
Traduzione di: Antonella Trotta
Collana: Arte e critica
2012, 124 pp.
ISBN: 9788857506968
Vivace e corrosivo, breve quanto una passeggiata da Chelsea a Bloomsbury, Il piacere della pittura (1934) per la prima volta in traduzione italiana, è un’agevole introduzione alla matura teoria dell’arte di Clive Bell. Perché nelle sale di un museo siamo felici o infelici? Qual è l’origine del piacere o del disappunto davanti ad un’opera d’arte? Bell ci guida in una visita alla National Gallery e ai Musei Vaticani, con digressioni a Parigi e Venezia, per descrivere l’esperienza dell’arte: risposta alle qualità visive della forma, democratica ed elitaria allo stesso tempo, essa è antidoto alla pedanteria del connoisseur e alla presunzione dello snob. Il piacere della pittura partecipa, dalla parte dello spettatore, al progetto di rinnovamento delle forme dell’arte e della vita di una generazione di artisti ed intellettuali che l’orrore della seconda guerra mondiale avrebbe tragicamente interrotto.
Clive Bell (1881-1965) è uno più influenti critici e teorici dell’arte in lingua inglese del secolo scorso. Esponente di punta del gruppo di Bloomsbury, pubblicista e cronista culturale, ha condiviso con Roger Fry un programma di promozione dell’arte moderna presso il pubblico non solo anglosassone. Art (1914) è il suo lavoro più celebre. Suoi anche Since Cézanne (1922), Landmarks in Nineteenth-century Painting (1927) e Civilization (1928).