
Ibn Arabi
Le contemplazioni di Dio
Le visioni teofaniche dei santi misteri e le ascensioni delle luci divine
Ibn Arabi
Le contemplazioni di Dio
Le visioni teofaniche dei santi misteri e le ascensioni delle luci divine
L’autentico insegnamento soteriologico di questa «comunicazione divina diretta», è la perplessità, ciò che non significa in alcun modo caos oppure disordine bensì stupore innanzi all’essenzialità dell’attestazione dell’unicità dell’Essere divino. Uno stato mistico, pertanto, ed al contempo una stazione iniziatica, a cui questo stesso soliloquio divino educa: il monologo dell’anima assorbita nella contemplazione segue, infatti, precise regole di pedagogia spirituale, prefiggendosi di favorire, conformemente alle capacità personali di ognuno, il riconoscimento e la corretta interpretazione dello stupore di fronte alla perplessità suscitata dall’antinomicità della Realtà divina.
Ibn ?Arab? è stato uno dei più grandi filosofi mistici di ogni tempo. La sua influenza non conosce tuttora il confine dell’Islam e si estende così all’Occidente cristiano, contribuendo in tal senso a tener viva quella autentica philosophia perennis che, altro non è, se non la risposta umana all’edenica domanda divina: «Adamo dove sei?». Egli è anche conosciuto in Occidente come Doctor Maximus e nei paesi islamici con i titoli di Mu?y?dd?n, «Colui che rivivifica la religione» e di «al-Šaykh al-Akbar, «il più grande Maestro». Ha studiato a Siviglia e Ceuta. La sua produzione è sterminata: si contano circa 239 opere di vario genere, fra cui, a titolo meramente introduttivo, citiamo: al-Fut??at al-Makkiyya f? ma?rifat asr?r al-malikiyya wa-l-mulkiyya e Fus?s al-?ikam wa-khus?s al-kilam.