
Annamaria Contini
Estetica della biologia
Dalla Scuola di Montpellier a Henri Bergson
Quando si parla di estetica della biologia, si fa subito riferimento all’area culturale tedesca; questo volume studia invece un capitolo meno noto: l’intreccio fra teorie estetiche e teorie biologiche nell’area francese, dalla Scuola medica di Montpellier fino a Bergson, passando attraverso Comte, Claude Bernard, Ravaisson e Guyau. Un filo rosso collega autori pur caratterizzati da diversi approcci: il ricorso alla sfera dell’arte, per trarne esempi o modelli con cui pensare la vita nella sua originalità, negli aspetti che la rendono irriducibile a un semplice meccanismo. Le nozioni estetiche di bello, gusto, genio, creazione ecc. agiscono a un duplice livello: nel quadro della nascente scienza biologica, esse illustrano processi fisiologici non rappresentabili in altri modi; nel quadro della ricerca filosofica, esse indicano strategie per elaborare un modello più ampio e duttile di razionalità, il cui paradigma di base non sia più la ripetitività di una macchina ma la creatività della vita. Nello stesso tempo, anche il pensiero estetico risulta influenzato dalla riflessione scientifico-filosofica sul vivente, ricavandone preziose sollecitazioni per riformulare metodi e categorie.
Annamaria Contini è ricercatrice e docente di Estetica all’Università di Modena e Reggio Emilia. Si è occupata in particolare dell’estetica francese otto-novecentesca, pubblicando numerosi studi sia in Italia che all’estero. Tra i suoi principali lavori: La biblioteca di Proust (1988); Jean-Marie Guyau. Esthétique et philosophie de la vie (2001); Marcel Proust. Tempo, metafora, conoscenza (2006). Ha curato, insieme a S. Douailler, la nuova edizione di J.-M. Guyau, L’art au point de vue sociologique (2001).
CIM Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Morfologia “Francesco Moiso”