« si tratta della lingua naturale dell’anima, la quale parla attraverso il nostro intero corpo.»
Nell’ampio dibattito filosofico e scientifico settecentesco l’estetica herderiana vale come filo conduttore privilegiato del progetto di rifondazione della filosofia su basi antropologiche e psicologiche, condotto a partire dal pieno riconoscimento del radicamento storico, sensibile, corporeo dell’uomo, nella sua interezza fisica e spirituale e nei modi concreti della sua formazione naturale e storica. In questo volume la riflessione antropologica ed estetica del giovane Herder appare nel singolare intreccio di filosofia della natura, morfologia della storia, teoria della sensibilità e del linguaggio e indagine sulla specificità delle singole arti. In particolare, l’esperienza della bellezza plastica – nella versione herderiana di una fisiologia e fisiognomica di Pigmalione, capace di mostrare l’intima congiunzione tra sensibile e spirituale, il mutuo rapporto tra la «sostanza vivente» della statua e la «creatura con-senziente» del fruitore amante – viene indagata come paradigma del processo ontogenetico mediante in cui l’anima si è data un corpo, ed è attestazione esemplare di un’antropologia del corpo vivente e della genesi al contempo storica, naturale, sensibile-corporea di ogni forza o impulso formativo.
Francesca Marelli è dottore di ricerca in Filosofia (Estetica) e insegna Filosofia e Storia nei licei. Si occupa di antropologia e teoria dell’immagine e delle arti, con particolare riguardo all’area tedesca, ed è autrice di alcuni studi sull’estetica settecentesca e romantica, tra cui ricordiamo il volume Lo sguardo da Oriente. Simbolo, mito e grecità in Friedrich Creuzer (Milano 2000).
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