Federica La Manna
Sineddoche dell'anima
Il volto nel dibattito tedesco del Settecento
Il volto è il luogo della verità e della menzogna. Nel Settecento le espressioni del volto vengono indagate dalla filosofia pratica, dalla medicina filosofica e dalla letteratura. La patognomica, per utilizzare il termine di Lichtenberg, si muove secondo un metodo deduttivo e cerca l’unicità e il particolare che si rispecchiano nelle espressioni. Molti esempi letterari della seconda metà del secolo descrivono dei personaggi nuovi, dei volti dai quali traspaiono emozioni e vissuto, storia personale e affetti. Tra questi l’opera ingiustamente dimenticata di Müller che sviluppa un percorso di formazione psicologica attraverso il progressivo affinarsi della capacità di visione, il racconto di Haken, che, utilizzando l’espediente narrativo dell’osservatore nascosto, riesce a inserire degli elementi di indagine che lo rendono anticipatore del romanzo poliziesco e la novella di Schiller, un gioiello letterario per la capacità di intrecciare elementi di realismo e di studio psicologico che si ritroveranno soltanto nel secolo successivo.
Federica La Manna insegna Letteratura tedesca all’Università della Calabria. Studia i rapporti fra letteratura, antropologia e medicina nel Settecento. Autrice di una monografia sulla figura del melanconico nell’Illuminismo, più solitario d’un lupo (2002), e curatrice di vari volumi su temi settecenteschi, si è occupata del Realismo e dei rapporti fra letteratura naturalistica e antropologia nel periodo delle teorie evoluzionistiche di tardo Ottocento. Si è inoltre dedicata al rapporto fra psicoanalisi e letteratura e ad alcuni aspetti dell’Espressionismo fra letteratura e scienza. CIRM Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Morfologia “Francesco Moiso”