Andrea Piras

Verba lucis. Scrittura, immagine e libro nel manicheismo

Informazioni
Collana: Indo-iranica et orientalia
2012, 132 pp.
ISBN: 9788857514703
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Sinossi

Il profeta Mani (III secolo d.C.) nacque nella Mesopotamia arsacide e predicò nell’impero persiano dei Sassanidi, godendo del favore iniziale del re dei re Shabuhr I, per poi cadere in disgrazia e subire la prigionia e il martirio sotto il regno di Wahram I. La religione che da lui prese il nome si distinse, nel panorama spirituale della tarda antichità, per il grande valore attribuito a prodotti culturali come il libro, scritto e illustrato, da lui promosso a medium fondamentale di missione e di conversione. Mani stesso fu un fecondo poligrafo e disegnatore di tavole che illustrarono la sua dottrina cosmologica, e il dramma impressionistico dello scontro tra le potenze della Luce e della Materia. Visionario e taumaturgo, artista e scrittore, predicatore e musico. La sua abilità nel tracciare ampi cerchi perfetti, un Giotto ante-litteram, lo rese famoso per questa sua maestria di “pittore della Luce” - così venne nominato da un erudito musulmano - e profeta ispirato, al contempo: giunto per cantare ai popoli, e per dipingere, la vicenda mitica e soterica della caduta e del riscatto della Anima-Luce, nei vincoli del mondo e nell’animo dell’uomo, prima obnubilato e poi redento dalla buona speranza della gnosi illuminatrice.

Andrea Piras è professore aggregato di Filologia e storia religiosa dell’Iran, all’Università di Bologna (Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali). Per Mimesis ha curato, insieme ad Antonio Panaino, i volumi Schools of Oriental Studies and the Development of Modern Historiography (2004), Proceedings of the 5th Conference of the Societas Iranologica Europaea, Vol. I (2006), Studi iranici ravennati (2011).