Negazione della contraddizione e verità della contraddizione
In: La filosofia futura, 2013
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La logica della non contraddizione mostra, in particolare dopo Gödel, dei limiti radicali, legati soprattutto all’impossibilità che un sistema non contraddittorio sia completo. D’altro canto questo stesso esito, valutato da un punto di vista rigorosamente filosofico, si rivela essere fortemente aporetico, in quanto la stessa conclusione che rende problematica ogni conseguenza tratta da un qualsiasi sistema fa vacillare anche le stesse conclusioni che siamo soliti trarre dai teoremi di Gödel. Ciò impone il compito di indagare le condizioni della possibilità di un sistema completo e coerente. Questo è reso possibile da un ripensamento di alcune nozioni cardine della filosofia: la totalità (ripensata come onnitudine, ovvero come l’insieme che è ogni cosa e che ogni cosa è), la negazione (per cui il negativo di x si presenta come un momento di x) e quindi la non contraddizione (la quale, in forza della precedente definizione, si presenta come un momento della contraddizione). Si schiude così la possibilità di un pensiero che riesca a pensare la tautologia come qualcosa di diverso dalla negazione della contraddizione, precisamente come la proposizione che è sempre vera perché è il risultato dell’operazione che rende vera ogni proposizione, l’operazione che genera quella che qui chiamiamo “werità”. È solo nel caso specifico della contraddizione che la negazione della contraddizione coincide con la verità della contraddizione benché le due operazioni che le generano siano essenzialmente diverse. Così tale pensiero ci consente di distinguere la verità della contraddizione dalla negazione della contraddizione. Esso coglie la verità come la soluzione di un rebus, cioè come un sapere il cui senso è dato da quello delle parole visto nell’insieme di ogni altra cosa.
Negation of contradiction and truth of contradiction
The logic of non contradiction displays, in particular after Gödel, some essential limits; first of all the impossibility, for a non contradictory system, to be complete. Nevertheless, from a philosophical point of view, just these outcomes of Gödel’s theorems make even these conclusions to be problematic, and therefore show the possibility of a quite different result, i.e. the attainability of a complete and non contradictory system. However this requires a deep metamorphosis of some fundamental philosophical concepts: the whole (meant as “onnitudine”, or omnitudo, i.e. as the whole of everything such that the whole is every thing and every thing is the whole); the negation (the ‘negative’ of x is meant as a feature, or an aspect of x), and of non contradiction (which, just for the previous definition, is to be seen as a feature, or an aspect of contradiction). The resulting thought makes us able to distinguish the tautology from the negation of contradiction; the tautology, indeed, is the proposition which is always true because it is the result of the operation that makes every proposition true, operation which gives origin to what we call “werità”. It is only in the specific case of contradiction that the negation of contradiction coincides with the truth of contradiction albeit the two operations generating them are essentially different. So this thought makes us able to distinguish the truth of contradiction from the negation of contradiction. It understands truth as the solution of a rebus, that is the synthesis of the linguistic sense of words and the ‘real’ sense of every other thing.