
Il quadro di sofferenza mentale oggi probabilmente più diffuso riguarda la difficoltà di entrare in relazioni profonde con gli altri. La tendenza è quella di proteggersi entro strutture che tendono a divenire col tempo luoghi mentali dai quali non è poi più possibile uscire: gioco compulsivo, videodipendenza, internet e così via. Anche nella società assistiamo ormai da anni al progressivo affermarsi di gruppi ed associazioni che trovano in un tratto identitario la ragione della propria esistenza: dai tifosi della squadra calcistica locale agli appassionati di cucina, dai sostenitori delle radizioni localistiche agli amanti del trekking, vi è una fioritura di gruppi che sostengono di fatto la frammentazione come sicuro rifugio in una società divenuta “mucillaggine”. L’indagine psicoanalitica rileva come la psicopatologia individuale sempre più spesso si coniughi oggi, fino a confondervisi, con le nevrosi della comunità in quanto tali.
Adriano Voltolin, psicoanalista, è Presidente della Società di Psicoanalisi Critica e Direttore dell’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica di Sesto San Giovanni (Milano). Tiene da alcuni anni un laboratorio di psicologia sociale psicoanalitica all’Università degli Studi di Milano ed è direttore della rivista Costruzioni psicoanalitiche. Autore di numerosi libri e articoli di clinica e di psicoanalisi applicata, ha pubblicato contributi su numerose riviste di cultura e quotidiani tra cui Overleft, Marxismo Oggi, Iride, Il Manifesto. Tra i suoi libri più recenti: Melanie Klein (2003), Il rilievo e lo sfondo. Clinica della pulsione gregaria (2006), L’ideologia del denaro. Tra psicoanalisi, letteratura, antropologia (2011).