I due concetti interconnessi di eterocronia neotenica e struttura comunicativa dell’esperienza costituiscono il filo conduttore di questo volume. Mentre il primo suggerisce che l’uomo è un primate che «nasce un anno troppo presto» e che sovraespone il proprio cervello plastico e prematuro a un ambiente sociale e naturale per un periodo di sviluppo incomparabilmente prolungato, il secondo indica che l’essere umano può compensare gli svantaggi procuratigli da tale condizione solo stabilendo una relazione comunicativa con se stesso e con il mondo. L’occhio e la mano, l’orecchio e la voce giungono così a intrattenere relazioni intersensoriali e sinestetiche, indisponibili per ogni altro animale, che sono alla base della singolare struttura metaforica dell’esperienza, e della struttura proposizionale su cui si fonda il logos dell’«animale razionale». Ne consegue una concezione della temporalità umana – della storia, preistoria e posthistoire – che oltrepassa le distinzioni tradizionali tra scienze della natura e dello spirito, e che getta nuova luce sulla condizione dell’uomo nell’epoca postmoderna.
Alberto Gualandi è autore e curatore di numerose opere dedicate al problema della natura umana, al rapporto tra scienza e filosofia, alla filosofia della biologia, della psicoanalisi e della psichiatria. Tra di esse ricordiamo: Le problème de la vérité scientifique dans la philosophie française contemporaine, Paris, 1998; Deleuze, Paris, 1998; Lyotard, Paris, 1999; L’uomo, un progetto incompiuto, «Discipline filosofiche», 2002/2003; E.W. Straus, Il vivente umano e la follia. Studio sui fondamenti della psichiatria, Macerata, 2010.
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