Un dialogo denso e serrato con Luisa Muraro sui temi più profondi della maternità. Questo libro nasce in viva voce dal confronto tra una figura di riferimento per il pensiero femminile e le educatrici di nidi famiglia. Tra pratica, teoria e poesia del materno si snodano gli interrogativi più inquieti del mestiere di mamma. Un lavoro difficile che corrisponde con la vita. Un lavoro enorme, ma che si fa in due: genitore e figlio. Per diventare madri ci vuole un lavoro simbolico. “Il grosso di questo lavoro simbolico, che è un lavoro creativo, lo fa la creatura piccola, lo fa il bambino, la bambina. La donna che diventa madre lo diventa in rispondenza a qualcosa che fa la creatura già nel ventre materno con la sua semplice presenza. La donna che diventa madre lo diventa per questa potente domanda della sua creatura”.
Luisa Muraro (1940) si è laureata in filosofia all’Università Cattolica di Milano dove ha cominciato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passa a insegnare alla scuola dell’obbligo e poco dopo viene coinvolta nel movimento femminista dal gruppo Demau di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini. È rimasta fedele al femminismo delle origini al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La signora del gioco (1976), Maglia e uncinetto (1981), Guglielma e Maifreda (1985), L’ordine simbolico della madre (1991), Lingua materna, scienza divina (1995), Il dio delle donne (2003), Dio è violento (2012) e Autorità (2013). Con altre ha dato vita alla Libreria delle donne di Milano (1975) e alla comunità filosofica Diotima (1984). Fino al 2005 ha lavorato al Dipartimento di Filosofia dell’Università di Verona.
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