
Il primo autore a essersi dichiarato “non marxista” è stato Marx. È la posizione marx-“ista” stessa a essere inconciliabile, come ogni “-ismo”, con una prospettiva filosofica critica. Un pensiero consapevole dei propri limiti è una delle condizioni per affrontare le difficoltà in cui incorre la critica dell’ideologia. Fondamentale è anche la storia, capace di smascherare la genesi effettiva di ogni pretesa ideologica e di mostrare che ogni cosa è ciò che è non per necessità, ma perché lo è diventata, dunque potrebbe essere diversa. Contro l’ordine costituito occorre pensare utopicamente un luogo altro, ma, secondo Marx, non oltre, nella storia. L’ostinato residuo messianico, l’utopia di un mondo giusto e di un uomo libero, costituiscono il senso ultimo della filosofia, di Marx e non solo.
Claudio Belloni (Milano, 1970), dottore di ricerca in Filosofia, è docente di “Storia e filosofia” al Liceo di Oggiono (LC) e di “Epistemologia” al Collegio Alberoni di Piacenza. È redattore della rivista “Filosofia e Teologia” e collabora con il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Milano. Ha pubblicato vari contributi sul rapporto tra la filosofia contemporanea e il pensiero ebraico, tra cui la monografia Filosofia e rivelazione. Rosenzweig nella scia dell’ultimo Schelling.