Dialettica del concreto
Studio sulla problematica dell’uomo e del mondo
La Dialettica del concreto, pubblicata nel 1963, è la principale opera filosofica di Kosík, letta e studiata, in Cecoslovacchia come all’estero, da un’intera generazione di intellettuali, desiderosi di intraprendere un nuovo corso all’interno del marxismo. L’importanza di quest’opera sta nel proporre una innovativa interpretazione non solo del Capitale, ma anche dei Lineamenti fondamentali di critica dell’economia politica. Diviene così possibile demolire la pseudoconcretezza che le deformazioni del pensiero marxista hanno contribuito a stabilire e proporre un’idea di realtà come totalità concreta, come “intero strutturato in via di svolgimento e di autocreazione”. Trattando di lavoro, coscienza, economia, Kosík arriva a riscoprire l’autentica prassi dell’uomo e il suo carattere rivoluzionario. Decisivo il confronto con l’analisi heideggeriana della “cura”, a cui Kosík ricorre per criticare il contemporaneo, in cui il concetto di economia è stato ridotto a quello di mero fattore economico.
Karel Kosík (1926-2003), filosofo di formazione marxista e attento interprete delle principali correnti di pensiero europee, tra i primi a introdurre Heidegger in Cecoslovacchia, è stato, a partire dagli anni ’60, ispiratore dei movimenti riformatori del suo paese, grazie soprattutto alla Dialettica del concreto, pubblicata all’epoca del profondo fermento culturale e politico che sarebbe culminato nella Primavera di Praga. Questo impegno si traduce, nei suoi scritti più recenti, in una critica tagliente della società contemporanea, capace di coniugare spunti visionari al coraggio di un pensiero che va alle radici della problematica dell’esistenza umana.