Prigioniero dei nazisti. Libero sempre
Lettere da San Vittore e da Fossoli marzo-luglio 1944
Prigioniero dei nazisti. Libero sempre
Lettere da San Vittore e da Fossoli marzo-luglio 1944
Dalle carceri di Milano al campo di lavoro di Fossoli e al Lager di Mauthausen, si snoda dal marzo 1944 al maggio 1945 l’itinerario di speranze e di sofferenze di Andrea Lorenzetti, una testimonianza toccante per intensità e forza interiore, l’autobiografia epistolare di un uomo che in circostanze disperatamente avverse ha testimoniato la forza degli ideali di solidarietà e di pace.
Mimmo Franzinelli
Andrea Lorenzetti, nato ad Ancona nel 1907 da famiglia modesta (padre agente di commercio, madre casalinga), prende il diploma di ragioniere a 16 anni e comincia subito a lavorare in banca ad Ancona. Dopo qualche anno si trasferisce a Milano al Crédit Commercial de France, finché nel 1934 entra nello studio di Antono Foglia occupandosi di Borsa, dal 1937 come procuratore. Le prime notizie della sua attività politica clandestina risalgono all’autunno ’42, quando partecipa a riunioni preparatorie per rifondare il PSI. Ai primi del 1944 entra nella segreteria del partito per l’Alta Italia insieme a Cirenei, Pieraccini e Valcarenghi. È uno degli organizzatori degli scioperi del 1 marzo 1944 e responsabile della redazione e diffusione dell’«Avanti!» clandestino. Arrestato il 10 marzo 1944, resta in isolamento a S. Vittore fino al 27 aprile, poi viene trasferito a Fossoli fino ai primi di agosto. Poi inizia il viaggio verso la Germania, con una sosta di qualche giorno a Bolzano, e il viaggio si concluderà in uno dei peggiori sottocampi di Mauthausen, il Gusen III. Andrea riuscirà a resistere fino alla liberazione del campo, il 5 maggio 1945, ma morirà in ospedale a Gusen il 15 maggio.