L’arte affronta l’invisibile. Al di là dell’oggetto, al di là delle articolazioni materiali, al di là del gioco delle forme. Terra incognita. L’esplorazione procede per strade diverse: estetiche dell’ambiente, dei sistemi, delle relazioni. Attraverso una serie di itinerari, che percorrono le teorie e le pratiche artistiche recenti, dalle avanguardie storiche all’arte contemporanea, alle sperimentazioni tecnologiche e al design, si delinea un’inversione di rotta: la focale non si concentra più sull’oggetto ma sul soggetto, ne interroga i meccanismi percettivi, ausculta le dinamiche della sensazione, esplora i reticoli relazionali che lo costringono e definiscono: con l’ambiente che lo circonda, con gli altri che lo fronteggiano. Arte come esperienza.
Emanuele Quinz, storico dell’arte e curatore, si interessa alle zone di frontiera e di convergenza tra le discipline artistiche. Dopo aver insegnato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, è Professore associato all’Università Parigi 8 e ricercatore all’EnsadLab (Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs). Fondatore e direttore di anomos fino al 2008, ha diretto la rivista internazionale Anomalie (1999-2006). Ha curato diversi progetti di ricerca e esposizioni internazionali sulle pratiche artistiche contemporanee, e diversi volumi, tra cui La Scena Digitale (con A. Menicacci, 2001), Digital Performance (2002), Interfaces (2003), MilleSuoni, Deleuze, Guattari e la musica elettronica (con R.Paci Dalò, 2006), Strange Design (con J.Dautrey, 2014).
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