Che cosa significa essere folle? In quanti modi si manifesta la follia? È fenomeno univoco oppure arcipelago di definizioni e riferimenti? Si può parlare di follia oggi senza considerare l’opera di Foucault? Il doppio legame di Bateson? l’AntiEdipo? Senza ripensare la storia della diagnosi psichiatrica? Questo libro non è solo per il clinico, ma per chi è curioso di conoscere le rappresentazioni della follia nella storia culturale dell’Occidente. Non si può rinunciare a raccontare che cosa fosse la follia prima che il discorso psichiatrico s’impadronisse dell’argomento, quando l’arte, la letteratura e la filosofia ne traevano per prime ispirazione. Le speranze riposte in questo libro: che possa esser compreso da chiunque lo legga, ma senza indulgenze riduttive o banalizzazioni indebite. Perché le malinconie, le demenze e le isterie sono parte della nostra esistenza e non possono essere trattate come fenomeni chimici.
Pietro Barbetta (1954) insegna Psicologia dinamica e Teorie psicodinamiche all’Università di Bergamo, è Didatta di Psicoterapia presso il Centro Milanese di Terapia della Famiglia, coordinatore del Seminario permanente Bateson-Deleuze-Foucault. Tra i suoi libri: Le radici culturali della diagnosi, Anoressia e isteria, Figure della relazione, Lo schizofrenico della famiglia, I linguaggi dell’isteria, Follia e creazione, ha recentemente curato, con Enrico Valtellina, un volume a più mani sull’opera dello scrittore schizofrenico Louis Wofson.
Rossana Campisi - Liberi tutti "Corriere della Sera", 3 agosto 2018
"Come imparare a non litigare"
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