
Il saggio è conosciuto nella sua forma editoriale aggregata nella raccolta sulla metodologia delle scienze sociali tratta dalla silloge postuma (1922) di scritti metodologici del grande sociologo tedesco. Introdotto in Italia nel 1958, questo saggio di Weber propone, assieme agli altri, una nuova lettura delle scienze storico-sociali che ne evidenzia la funzione esplorativa e interpretativa di una realtà sempre nuova per il continuo divenire storico e sociale. Come affrancare, quindi, le scienze sociali dall’etichetta di scienze incompiute? Il sociologo tedesco individua il requisito dell’avalutatività grazie al quale le scienze sociali definiscono modelli astratti di riferimento per rendere semplice e comprensibile la complessità della realtà, senza esprimere giudizi di valore. Un insegnamento sempre attuale per chi fa ricerca sociale.
Max Weber (1864-1920) è considerato una delle più significative figure della cultura tedesca ed europea fra Ottocento e Novecento, grazie al suo contributo fondamentale allo studio moderno della sociologia e di altre discipline affini. Fra le sue opere più note L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-05); La politica e la scienza come professioni (1919); Il metodo delle scienze storico-sociali (1922) ed Economia e società (1922), entrambi postumi.
Mariella Nocenzi è ricercatrice in Sociologia generale presso la Sapienza Università di Roma, dove insegna Ricerca valutativa italiana e internazionale e Politiche sociali per il governo locale. è Assistant editor dell’”International Review of Sociology”. Fra le ultime pubblicazioni Global society, Cosmopolitanism and Human Rights (con Vittorio Cotesta e Vincenzo Cicchelli, Cambridge, 2013); Disagio e speranze in tempi di crisi (Roma, 2012).