
L’opera di Menninghaus si pone l’obiettivo di presentare il disgusto in quanto correlato e antagonista di una “cultura estetica” moderna. I fini perseguiti da questo studio sono elencati chiaramente dall’autore nell’Introduzione. Menninghaus intende, per prima cosa, presentare il disgusto attraverso il pensiero di alcuni rilevanti filosofi, estetologi, psicanalisti, che non sono mai stati considerati come dei teorici del disgusto, ma che, affiancati, possono creare una costellazione di problemi che viene a delineare una teoria del disgusto (Mendelssohn, Winckelmann, Lessing, Herder, Kant, Rosenkranz, Nietzsche, Freud, Bataille, Sartre, Elias, Douglas, Kristeva). In secondo luogo, l’autore intende definire la posizione e la funzione del disgusto nell’estetica e nel sistema delle arti a partire dalla loro nascita come saperi autonomi, ossia a partire dal XVIII secolo. Inevitabilmente il disgusto verrà messo a confronto con il giudizio di gusto e con l’ideale di bellezza e troverà uno sviluppo nella psicanalisi freudiana. Menninghaus, in terzo luogo, sottolinea che l’intento originario dell’opera è quello di costruire una contro-storia della letteratura alla luce di un progressivo sviluppo della nozione di disgusto. Per raggiungere questo obiettivo l’autore dedica un lungo e articolato capitolo alle opere di Kafka. Il testo, infine, intende fare riferimento agli studi di Julia Kristeva e alla sua definizione di abiezione. Pur non essendo il primo interesse di questa trattazione, l’autore dedica alcune pagine anche all’arte contemporanea e alla politica, sempre in una prospettiva storica che comprende il periodo che si estende dal XVIII secolo ai giorni nostri.
Winfried Menninghaus è direttore del Max-Planck-Institut fu?r empirische Ästhetik, con sede a Frankfurt am Main. Dal 1989 al 2013 è stato docente di letterature comparate presso la Freie Universität Berlin ed è stato visiting professor presso numerose università, tra cui Yale, Princeton, Berkeley, EHESS Paris. A partire dal 2002 è membro ordinario dell’Accademia delle scienze di Berlino. È autore di numerose monografie, tradotte in diverse lingue, tra cui La promessa della bellezza, 2013.
Serena Feloj è assegnista di ricerca presso l’Università Statale di Milano e già docente di estetica presso l’Università degli Studi di Pavia e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Scuola di Alti Studi della Fondazione San Carlo di Modena, è stata borsista DAAD ed è stata visiting presso diverse università tedesche, Marburg, Colonia e Frankfurt am Main. È vincitrice del Premio Siracusa per la migliore tesi di dottorato. È autrice del testo: Il Sublime nel pensiero di Kant.
Giuseppe Patella - alfabeta2, 17 ottobre 2017
"Ambiguità del disgusto"
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Aldo Marroni - La Citta?, 11 ottobre 2017
"Tutto il disgusto di questi nostri anni"
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Armando Torno - ilsole24ore.com, 4 novembre 2016
"La sensazione forte del disgusto"
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