
Questo libro affronta un tema centrale della cultura filosofica e letteraria moderna, l’intreccio tra identità personale e immaginario narrativo, individuandovi un’ambivalenza cruciale: la possibilità che l’immaginario, per un verso, serva da esperienza di rielaborazione della realtà e della vita individuale e, per l’altro, risulti luogo di occultamento della realtà e alienazione. La prima parte è dedicata all’analisi filosofica di questo problema attraverso diverse opere narrative che dal proprio interno l’hanno tematizzato: ne risulta una breve fenomenologia dell’immaginario, che distingue le modalità del rapporto tra la coscienza e la sua elaborazione immaginativa. L’esame di queste modalità muove a partire da un classico della letteratura fantastica, l’Alice di Lewis Carroll, e si snoda poi attraverso altre opere che, in modo implicito o esplicito, riprendono i temi della favola di Alice, tra cui romanzi di Flaubert, Proust, Nabokov, e film di Miyazaki, Kubrick, Lynch. La riflessione filosofica sviluppata attraverso questo percorso critico è ripresa nella seconda parte del libro, che ne traccia le premesse storiche (a partire dal XVIII secolo) e le coordinate concettuali.
Paolo Pecere (1975) insegna Storia della filosofia all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Ha pubblicato La filosofia della natura in Kant (2009) e Meccanica quantistica rappresentazione realtà (2012, con A. Bassi e N. Argentieri). Da diversi anni si occupa di indagini sulle basi della coscienza e dell’identità personale tra storia della filosofia, scienze cognitive e narrazione.
Antonio Sgobba - Il Sole 24 ore, 23 ottobre 2015
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Luigi Azzariti-Fumaroli - Alfabeta2.it, 13 novembre 2015
"Pecere, restare umani al di là dello specchio"
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Niccolò Argentieri - minimaetmoralia.it, 3 febbraio 2016
"La notte dei giardini. In margine al libro 'Dalla parte di Alice'"
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