
Marco de Natale
Per una teoria dell'ascolto musicale
Tra soglie vegetative e immaginario eccentrico
Nell’accezione comune l’ascolto musicale è riportato a percezione, ricezione, finanche fruizione. Spontanea o ingenua l’una o l’altra dizione? Suppongono diversi modi di accesso alla musica? Per avviarci a chiarimenti s’è preferito adottare l’etimo latino di auditio che consente, col bisturi dell’analisi, di osservare l’accesso a brani musicali che talora, per allusive funzioni rappresentative, sono tali da implicare sensi dubbiamente esplicabili. Per sua natura la musica è soggetta a performances (etimologicamente ‘dar forma’) costitutivamente portate a sinestesia e diacronicità. Il che implica una faglia di varianti interpretative d’un opus non proprio in assoluto, essendo l’opera musicale legata a strutture formali e simboli integrativamente portati a farsi oggetto d’un processo ri-creativo di cui l’auditio è luogo configurativo d’un immaginario musicale a suo modo eccentrico.
With an English Postface.
Marco de Natale, professore emerito del Conservatorio di Milano, con incarichi in Università italiane, con pubblicazioni di carattere teorico musicale e pedagogico. È stato direttore di riviste quali “Musica Domani”, organo della SIEM (Società It. di Educazione musicale) oltre che di “Analisi” e “Spectrum”, organi della SIDAM (Società It. Di Analisi Musicale), rispettivamente in edizioni Ricordi e Curci.