Riccardo Roni

La visione di Bergson

Tempo ed esperienza del limite

Informazioni
Collana: Filosofie
2015, 204 pp.
ISBN: 9788857528878
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Sinossi

La mente, nella cultura filosofico-scientifica occidentale, è stata per lungo tempo rappresentata come un sistema di specchi installati di fronte a una realtà in progressione dinamica. Come potrebbe uno specchio – costitutivamente estraneo alla realtà che fronteggia – riflettere di questa non solo immagini superficiali, ma anche configurazioni in grado di riprodurre fedelmente i processi interni, non visibili, della sua formazione? Dopo Kant ed Hegel, Bergson attinge ad un «pensiero-limite» che gli consente di leggere il mondo della coscienza come un modo d’essere «estremo». Guardando con coraggio nei fondali oceanici del moi profond, Bergson inaugura un originale percorso di riscoperta dell’assoluto nel limite spazio-temporale del moi social attraverso un nuovo modo di vivere il tempo e il rapporto mente/corpo. In questa cornice, il distacco del soggetto dalla realtà intuita mediante l’atto della visione, consente a Bergson di sviluppare l’indagine dello sfondo virtuale della percezione e dei suoi universi di senso anteriori. Agli occhi del filosofo, il fenomeno anomalo della vision panoramique des mourants acquista così la funzione di ricordare al soggetto che le proprie azioni devono essere prese sul serio, perché tutto ciò che egli è stato e che sarà si conserva fatalmente nel ricordo, fino all’ultimo istante di vita. La dialettica morale del limite e della visione, e la sua politicità, consente di tradurre filosoficamente una situazione complessa, allorché il passato impone alla soggettività umana di essere moralmente responsabile delle proprie azioni future, per non doverle invece ratificare solo in momenti «limite» di grande urgenza. Rileggere oggi Bergson a partire dal rapporto tra il limite e la visione contribuisce a restituirci un’immagine inedita del grande filosofo francese.

Riccardo Roni, PhD in Filosofia, è docente di Abilità relazionali nell’Università di Urbino. Formatosi nelle Università di Pisa e Firenze, si è specializzato presso la «Fondazione San Carlo» di Modena, con cui collabora. Si è occupato di Hegel, Nietzsche e della cultura francese fra Otto e Novecento. È membro del Comitato scientifico della Rivista internazionale «Revista Science Institute», del «Seminario Permanente Nietzscheano» di studi su Nietzsche e la cultura europea e del Direttivo della SFI (sezione di Lucca). Tra le sue pubblicazioni: La persistenza dell’istinto. Pulsioni vitali dell’esistenza, pref. di R. Bodei (2007); Della soggettività morale. Tra Hegel e Sartre (2011); La costruzione dell’identità politica. Percorsi, figure, problemi (a cura di, 2012); Il lavoro della ragione. Dimensioni del soggetto nella Fenomenologia dello spirito di Hegel (2012); Dell’umano evento. Trittico filosofico e politico (I parte, 2012); Tra Nietzsche e Freud. Soggetto, potere, esperienza del male (2012); Le competenze del politico. Persone, ricerca, lavoro, comunicazione (a cura di, 2013). Collabora con le riviste «Idee», «il Cannocchiale», «Iride», «Magazzino di filosofia», «Notiziario della Fondazione San Carlo», «Psicoanalisi e metodo», «Revista Science Institute», «Studium».

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