
La fiducia è lo spago che tiene insieme l'inizio e la fine del giorno, l'inizio e la fine delle cose. La fiducia non è dogmatica, né ha pretesa di essere dimostrata attraverso verità più o meno assolute; non ha la dignità di una voce filosofica, né può vantare il numero di studi che conta invece il concetto di fede. Non ha schierato eserciti, né in suo nome sono stati condotti guerre o massacri. 'Fiducia' è parola pudìca e sempre giovane, che inizia ogni giorno, che si rinnova nel qui e ora, perché da sempre c’è bisogno di fiducia per cominciare il giorno e continuarlo... Fiducia è apertura all'attesa che sono/che siamo, all'infinito di esistenza possibile. La fiducia si dà tempo, conosce l'attesa e, nel tempo dell'attesa, lavora di opera. Conosce fatica. La sfiducia non fatica, ma è faticosa, questo sì, bagaglio portato appresso, ingombrante di peso e senza futuro. Né debole oppure buonista, né mansueta o passiva, la fiducia è determinata e coraggiosa, tenace e pronta di azione. è da sempre archetipicamente femminile e materna.
Carla Gianotti è docente di buddhismo indo-tibetano, tibetologa e saggista. Ha curato le traduzioni dal tibetano de: La Vita di Milarepa, Torino 2001, rist. 2004; Cenerentola nel Paese delle Nevi. Fiaba tibetana, Torino 2003; Il Grande Sigillo, Milano 2004. Ultimi volumi: Donne di Illuminazione. Dakin? e demonesse, Madri Divine e Maestre di Dharma, Roma 2012; In forma materna. In deiner Nähe, Poesie-Gedichte, Empoli 2014. Conduce incontri di meditazione di consapevolezza e seminari sulle dimensioni simboliche femminile e materna.