Sono qui raccolti i frammenti e gli appunti di Walter Benjamin riconducibili alla sua intenzione di scrivere una Politica. Si tratta di un progetto che lo accompagnò dal 1919 al 1921 e che – tra scritti annunciati, in corso di elaborazione, in via di pubblicazione e altri irrimediabilmente andati perduti – non ha mai visto luce. In questo libro si tenta per la prima volta di restituirne una confi gurazione attraverso i frammenti che ci sono pervenuti: quelli di cui è possibile attestare direttamente l’appartenenza all’“arsenale” della Politica e quelli che, seppur senza un riscontro diretto, è possibile riferire alla sua costellazione per cronologia, tematica e terminologia. Tra gli altri, La Politica comprende alcuni dei frammenti più noti di Benjamin, come il Frammento teologico-politico e Capitalismo come religione, spesso considerati quasi scritti a sé stanti, e che invece trovano proprio nella Politica il loro contesto originario. Questo libro si compone inoltre di altre due parti, Antropologia e Sulla menzogna, i cui frammenti – sebbene risalgano al medesimo periodo – non è possibile attribuire inequivocabilmente al progetto della Politica, ma rappresentano tuttavia una risorsa essenziale per una sua più piena e profonda comprensione. Infine, in Appendice, è presentata una nuova traduzione di Sulla critica della violenza, in assoluto uno dei saggi benjaminiani più celebri e discussi, che della Politica è l’unico testo non rimasto allo stato di frammento e pubblicato in vita da Benjamin.
Walter Benjamin (1892 Berlino – 1940 Portbou): pensatore, autore, critico letterario e traduttore tra i più importanti nel pensiero tedesco del primo Novecento. È nato e cresciuto nei quartieri eleganti di Berlino-Charlottenburg da un’agiata famiglia ebraica assimilata. Già in gioventù ha affrontato la questione delle sue radici ebraiche, ponendola in fertile contrasto con l’identità tedesca e incontrando, tra gli altri, Gerhard (poi Gershom) Scholem, cui resterà legato per tutta la vita. Entrato in contatto con l’Institut fu?r Sozialforschung di Theodor W. Adorno e Max Horkheimer, pubblicò sulla rivista diversi saggi e si dedicò alla composizione del Passagen-Werk, lavoro che l’avrebbe impegnato per il resto della vita e destinato a restare incompiuto. Alla presa del potere da parte dei nazisti emigrò a Parigi, dove continuò la sua attività intellettuale tra mille diffi coltà economiche. Mentre tentava di attraversare il confi ne con la Spagna per raggiungere gli amici dell’Istituto francofortese, già in esilio negli Stati Uniti, si uccise per non essere ricondotto in Francia dalle autorità doganali spagnole. Tra le sue pubblicazioni in lingua italiana ricordiamo: Angelus Novus, Il dramma barocco tedesco, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Sul concetto di storia.
Roberto Ciccarelli - Il Manifesto, 26 ottobre 2016
"Felicità profana degliu uomini"
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