
Qual è il male da cui l’Altra Terra è appunto esente? La Terra senza il Male è innanzitutto un luogo d’abbondanza: il mais vi cresce da sé; le frecce se ne vanno a caccia da sole. Niente più lavoro, dunque. Nemmeno più regole matrimoniali; né prescrizione, né proscrizione: «Date le vostre figlie a chi vi pare!», dicevano i Karai, i Profeti. Ciò significa che l’origine del Male (lavoro, legge) altro non è che la società stessa. La Terra senza il Male è il contrordine, la pienezza nella sovversione. È inoltre e infine il luogo dell’immortalità, mentre quaggiù gli uomini nascono e muoiono. Tutto avviene come se tale fosse la corrispondenza tra l’ordine sociale delle regole (il quale implica lavoro e scambio, sforzo ed obbligo) e l’ordine naturale della generazione (il quale implica nascita e morte) che basterebbe abolire quello per liberarsi di questo. Una religione, dunque, che distrugge lo stato di società: nelle tribù tupi-guaraní precolombiane, essa si generò sotto l’azione e attraverso il Verbo dei Profeti, che annunciavano la possibilità di raggiungere, al termine di esodi che furono ben reali, la Terra senza il Male, luogo d’abbondanza, anti-società, luogo dell’immortalità.
Hélène Clastres, etnologa e antropologa, specialista del pensiero religioso degli Indiani dell’America del Sud; ha svolto missioni di ricerca in Paraguay presso gli Indiani Guayaki e Guaraní, in Brasile presso i Guaraní, in Venezuela presso gli Yanomami. Incaricata di ricerca presso il CNRS.
Francesco Boccolari, Università degli Studi Roma Tre – Université Bordeaux Montaigne, dottorando di ricerca in filosofia. Per Mimesis ha tradotto e curato: Pierre Clastres, Il grande parlare. Miti e canti sacri degli Indiani Guaraní (2016); Kevin Mulligan, Wittgenstein e la filosofia austro-tedesca (2014); Joseph de Maistre, Stato di natura. Contro Jean-Jacques Rousseau (2013).
Andrea Staid - andreastaid.wordpress.com, 18 luglio 2017
"La terra senza il male"
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Andrea Staid - A-Rivista anarchica, aprile 2017
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