Martino Feyles
Margini dell'estetica
Il libro presenta un’analisi in chiave decostruzionista di cinque categorie fondamentali per l’estetica: autore, lettore, opera, riferimento, autonomia. Partendo dalla riflessione di Derrida, ma confrontandosi anche con autori come Eco, Barthes, Foucault, Marin, Martino Feyles si interroga sui rapporti tra estetica, grammatologia e semiotica.
Lavorando in questa zona di intersezione, l’autore segue i movimenti di un’estetica che oltrepassa i confi ni che la modernità le ha assegnato, un’estetica che “deborda” – se così si può dire – al di là dei suoi margini storici e disciplinari.
Il complesso rapporto tra “dentro” e “fuori” costituisce il filo conduttore che lega i cinque capitoli del libro. La scrittura, in quanto esteriorizzazione, istituisce sempre un paradossale movimento di esclusione e nello stesso tempo di inclusione. L’autore, il lettore, il mondo, la realtà, sono per principio esclusi dal testo e dall’opera, devono restare “fuori”, al di là dei margini. Ma questa esclusione non può mai essere completa. Il testo rinvia sempre al di là dei suoi margini e l’opera d’arte non cessa di oltrepassare i limiti della sua cornice.
Martino Feyles, professore di Estetica presso la Pontificia Università Lateranense, ha lavorato in modo particolare su problemi e autori dell’estetica contemporanea, della fenomenologia, della decostruzione. Ha curato il volume collettivo Memoria, immaginazione e tecnica (2010) e ha pubblicato due monografie: Studi per la fenomenologia della memoria (2012) e Ipomnesi, La memoria e l’archivio (2013). Nel 2014 ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale (ASN) come professore associato.