
Jacques Rancière
L’inconscio estetico
Ciò che rende possibile e pensabile la teoria freudiana è, secondo Rancière, una riconfigurazione dell’ordine simbolico che si verifica nel contesto dell’idealismo tedesco, quando, specialmente con Hegel, il sensibile si fa manifestazione (sintomo) dell’Idea e il pensiero si inscrive nell’empiria. A ben vedere, l’inconscio estetico è anche ciò che sta a monte dell’intera riflessione politologica di Rancière: la “rivoluzione estetica” produce uno spazio materiale e simbolico i cui caratteri sono quella confusione e indistinzione alla cui rimozione la filosofia politica, sin dalla sua fondazione platonica, si era dedicata.
Jacques Rancière (Algeri 1940), è professore emerito presso l’Università di Paris VIII. I temi principali della sua ricerca sono il rapporto filosofia/politica, la funzione politica dell’estetica, le teorie sulla democrazia, l’uguaglianza, l’emancipazione.
Massimo Villani è Dottore di ricerca in Filosofia Politica. Si occupa di pensiero politico contemporaneo con particolare riferimento all’area francese e all’intreccio tra estetica e politica. Ha pubblicato saggi, traduzioni e curatele su Jean-Luc Nancy e Michel Foucault.