
Il volume discute il carattere eccentrico dell’opera di Antonin Artaud all’interno della storia del pensiero, mostrando come il percorso da lui costruito non ambisca a costituire l’ennesima teoria della conoscenza, ma esprima semmai un movimento à rebours; tale contromovimento non mira a ordinare la realtà secondo una determinata struttura, puntando a smascherare, piuttosto, con verve genealogica e archeologica, molto simile a quella che anima un Nietzsche o un Foucault, i malfunzionamenti della società, della cultura, della vita e spogliando la realtà di tutta quella mole di stratificazioni fatta di abitudini, luoghi comuni, principi, concetti, ma anche di regole e costumi.
In questo contesto, centrale è la figura del “pesa-nervi”, che annuncia una soggettività rinnovata, insieme centrifuga e centripeta, disseminata di punti d’arresto, vuoti, buchi, ma anche di ri-partenze, una soggettività processuale, non solo perché in perenne divenire, ma proprio perché intimamente coinvolta negli infiniti processi fisiologici dell’organismo.
Giuseppe Bornino ha conseguito il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria. È redattore della rivista “Bollettino Filosofico” ed è autore di articoli e saggi. Ha trascorso un soggiorno di studio presso la Albert-Ludwigs-Universität di Freiburg im Breisgau. Si occupa del pensiero di Nietzsche, Artaud e Bataille.
Corriere della Sera (ediz. Firenze), 18/02/2023
Il libro della settimana (secondo Vanni Santoni)
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