
La teoria cosmopolitica di Kant traccia un quadro preciso su come intendere le relazioni tra gli Stati. Resta tuttavia ancora da chiarire quale sia il rapporto che intercorre tra il «diritto di visita» e la formazione di una «costituzione cosmopolitica» (Weltbu?rgerliche Verfassung). È rispetto a tale snodo, infatti, che si comprende come una condizione di pace universale s’inveri soltanto attraverso l’esercizio del diritto cosmopolitico. A partire da un dialogo con le maggiori tradizioni interpretative kantiane, le tesi qui esposte intendono fornire spunti di riflessione circa i principi guida dell’ordinamento internazionale contemporaneo. Ne emerge un carattere «transizionale» del cosmopolitismo kantiano, quale forma di approssimazione asintotica rispetto ad un ideale di pace perpetua utile ad intendere i fondamenti filosofici del diritto internazionale.
Claudio Corradetti è professore associato di Filosofia Politica dei Diritti Umani presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. In precedenza ha insegnato all’Università di Oslo e alla Karl-Franzens Universität di Graz. A seguito di una formazione filosofica e giuridica ha condotto ricerca nell’ambito dei diritti umani, della giustizia di transizione e del costituzionalismo transnazionale. Alcune tra le sue pubblicazioni includono: Relativism and Human Rights. A Theory of Pluralist Universalism (Dordrecht, 2009) e “What Does Cultural Difference Require of Human Rights?”, in C. Holder e D. Reidy (eds.), Human Rights. The Hard Questions (Cambridge, 2013).