
Da sempre l’uomo cerca di liberarsi dalla natura e da sempre l’uomo vive contro di essa, con esiti incerti se non coincidenti con l’autodistruzione. La posta in gioco si è alzata e ora la volontà è tutta tesa a creare un essere frutto della ricerca unificata di genetica, robotica, informatica e nanotecnologie. Per riferirci a ciò che verrà pare più appropriato il termine grinantropo, ossia la conservazione di qualcosa di umano – forse la sola forma – ma programmato e implementato per come si possono immaginare i più sofisticati robot. Il problema, in realtà, forse non risiede tanto nei potenziati e nella biologia genetica, quanto negli interessi economico-finanziari che ruotano attorno a questo tipo di ricerche. Qui nasce il problema, e diventa chiaro che l’approccio per capire il futuro che verrà comporta il prezzo che siamo disposti a pagare per diventare potenziati. Il grinantropo è, per l’uomo, una sfida tutta nuova e insidiosa. Una sfida non più, o meglio, non solo, umana: l’uomo non è più al centro degli scenari biotecnologici.
Fulvio Palmieri (Ph.D), saggista, vive e lavora a Milano, dove e? nato (1963). Tra le sue pubblicazioni: Wittgenstein e la grammatica; Linguaggio e coscienza in J.R. Searle; Il pensiero sostenibile. Per un’epistemologia del divenire; L’esperienza del labirinto. Dio, Dioniso e la Dama; Il linguaggio del denaro; Comunicare l’inferno, postafazione in: G. Carlotti, A. Franchini, Isis. Le 100 domande che tutti si fanno; Liberta? e felicita?, postfazione in: G. Carlotti, A. Franchini, Islam. Le 100 domande per conoscere il mondo musulmano.
BBC Science, maggio 2017
"I Libri, le recensioni del mese"
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Andrea Franchini - Corriere del Mezzogiorno, 20 febbraio 2017
"Troppo umano"
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