
Eccentrico, famoso, influente, geniale, forse l’ultima celebrity dell’arte contemporanea. Quando, negli anni Sessanta, firma le prime serie di Campbell’s Soup, Andy Warhol inizia l’ascesa all’art system. Da allora, mostre, cataloghi, volumi e riviste hanno raccontato molti momenti del suo universo di repliche. Eppure, diversi aspetti sono stati trascurati. Per comprendere il senso profondo di tale straordinaria avventura attraverso i media, questo libro suggerisce un sentiero inconsueto, legando l’arte alla televisione. È stato delineato un percorso segnato da due categorie critiche – registrazione e derealizzazione – che connotano la poetica dell’artista e il suo rapporto con il reale. Si tratta di dispositivi di cui si serve la tv per mettere in immagini il mondo e fare del mondo immagine. Il padre della Pop Art li assimila, prima da telespettatore, poi da produttore di Andy Warhol’s TV. Emerge così un Warhol inedito. Che considera la tv non come un semplice divertissement ma come un linguaggio dotato di profonde valenze estetiche. Autore di un’opera che, nel suo insieme, appare “televisiva”.
Anna Luigia De Simone è ricercatore in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università IULM di Milano. La sua ricerca è volta a indagare i rapporti tra arte e media nel Novecento, su cui ha scritto numerosi saggi. Suoi contributi sono presenti nei cataloghi di mostre d’arte contemporanea tenutesi in Italia e all’estero. È autrice dei volumi Architetture d’avanguardia. Scenari e visioni della città nel Novecento (2008) e La superficie del mondo. Spazio dell’immagine e immagine dello spazio nei ritratti di Andy Warhol (2012). Nel 2010 ha curato la raccolta di scritti di Gillo Dorfles, Inviato alla Biennale: Venezia 1949-2009.
Cara Ronza - Arte, settembre 2017
"Tutta l'arte di Andy Warhol e? un reality show"
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A.P. - Film Tv, 4 luglio 2017
"Cinelibri"
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Gioacchino Toni - ilpickwick.it, 6 giugno 2017
"Warhol's TV: registrazione e derealizzazione"
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