
Francesco Paolo Raimondi
Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
Filosofia senza essere ed essenza
Francesco Paolo Raimondi
Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
Filosofia senza essere ed essenza
Il tema centrale di questo saggio è il problema della conoscenza, intesa come rappresentazione transattiva del mondo, analizzata a partire dall’immediatezza dell’esperienza percettiva fino ai livelli più rarefatti del linguaggio, nella sua duplice dimensione di linguaggio ordinario e artificiale, delle teorie scientifiche e dell’astrazione matematica e logica. In tale orizzonte cadono gli antichi concetti dell’essere e delle essenze e con essi cadono le tradizionali idee di ragione assoluta e di verità necessarie ed eterne. L’autore si apre così lo spazio per una più spregiudicata esplorazione della razionalità umana, come costruzione storica di strategie operative e procedurali che per un verso traggono origine dal terreno prerazionale o arazionale del mito e delle credenze radicali e fondanti e per l’altro approdano alle più complesse strategie della ricostruzione scientifica del mondo. In tale ottica egli affronta le tematiche dei rapporti tra mondo naturale e mondo umano e culturale, tra la rigida legge dell’ananke, che è alla base della immodificabilità del passato e del presente, e l’orizzonte di possibilità del futuro, tra le individualità che sono oggetto dell’esperienza privata e le universalità veicolate dalla funzione denominativa e universalizzante del linguaggio, tra significato e valore di verità degli enunciati, tra l’orientazione oggettivistica del pensiero classico e quella soggettivistica del pensiero moderno, tra l’apriorismo delle teorie scientifiche e la pluri-interpretabilità degli esperimenti scientifici, tra il deduttivismo e l’induttivismo, tra la logica del discreto e quella del continuo, tra ordine e disordine, tra casualità e causalità, tra l’infinito come costruzione intellettuale aperta e i transfiniti cantoriani, confutati in quanto totalità compiute. La nostra razionalità storica si definisce in tal modo come il tessuto delle nostre narrazioni del mondo, del nostro modo di tagliarlo e di concettualizzarlo in un intricato intreccio di componenti soggettivo-private e intersoggettivo-culturali. In questa complessa analisi l’autore non manca di entrare continuamente in un confronto dialettico-costruttivo con i più significativi rappresentanti del pensiero contemporaneo che hanno profondamente inciso sulla sua formazione teoretica, da Hume e Kant a Marx, Husserl e Dewey, da Carnap a Cantor, da Nietzsche a Wittgenstein, da Quine e da Putnam a Goodman, da Heisenberg a Kitaigorodskij, da Kuhn e Feyerabend a Lakatos e a Bartley III.
Francesco Paolo Raimondi (Taranto 1943) si è affermato come storico della filosofia con i suoi studi sul pensiero rinascimentale e del primo Seicento, nel cui ambito ha dedicato numerosi saggi a Giulio Cesare Vanini, del quale ha curato l’edizione critica con Giovanni Papuli (Galatina, 1990), la traduzione italiana delle opere (Milano, 2010) ed un fondamentale saggio biografico: Giulio Cesare Vanini nell’Europa del Seicento (Pisa-Roma, 2005; seconda edizione Ariccia-Roma, 2014). Oltre alla traduzione del Gulielmus di Cardano (Torino, 2011) e del De immortalitate animae di Nifo (Torino, 2009), ha curato in collaborazione con José Manuel García Valverde i Tractatus mere Peripatetici di Pietro Pomponazzi (Milano, 2013). Il suo approdo alla filosofia teoretica è il risultato di una lunga riflessione maturata a partire dagli anni universitari sotto l’influenza del pensiero di Giuseppe Semerari e della sua interpretazione della fenomenologia husserliana.