Wilhelm Schapp

Reti di storie

L’essere dell’uomo e della cosa

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Wilhelm Schapp

Reti di storie

L’essere dell’uomo e della cosa

Informazioni
A cura di: Daniele Nuccilli

Collana: Filosofie
2017, 238 pp.
ISBN: 9788857539997
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Sinossi

In Reti di storie Wilhelm Schapp, allievo di Husserl, espone per la prima volta al grande pubblico il pensiero portante della sua “filosofia delle storie”. Nell’impianto teoretico del pensatore, le storie rappresentano il fenomeno originario, gli elementi ultimi oltre i quali l’indagine filosofica non può procedere. Ogni uomo, questa la tesi, si trova fin dalla nascita avvolto in un fascio di storie. Questa condizione d’involgimento essenziale viene felicemente espressa dalla frase più celebre dell’opera: “La storia sta per l’uomo”. Con essa, l’autore ci vuole dire che l’unica chiave d’accesso all’essere dell’uomo è la comprensione del contesto dinamico di storie in cui egli è costantemente irretito. Nella condizione strutturale e ineliminabile dell’irretimento, cose e persone ci si fanno incontro come centri irradianti storie. Il nostro prendere parte a una storia anziché a un’altra determina quindi, di volta in volta, chi o cosa siamo.

Wilhelm Schapp (Großefehn 1884 – Sanderbusch 1965). Allievo prima di Rickert a Friburgo e poi di Dilthey e Simmel a Berlino, nel 1905, affascinato dalla figura di Husserl, si avvicinò al circolo fenomenologico di Göttingen, di cui entrò presto a far parte. Nel 1909 discusse la dissertazione di dottorato sotto la supervisione del padre stesso della fenomenologia. Pubblicata nel 1910 con il titolo Contributi alla fenomenologia della percezione, essa viene oggi annoverata tra i grandi classici del movimento fenomenologico. Nel 1953 con l’opera Reti di storie dà avvio ad una personalissima e originale rilettura della fenomenologia in chiave narratologica.

Recensioni

Laura Paulizzi - mondodomani.org, 27 gennaio 2020
"Recensione a Wilhelm Schapp, Reti di storie. L’essere dell’uomo e della cosa"
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Alessandra Santoro - exagere.it, 3 aprile 2018
"Siamo reti di storie e la storia sta per l’uomo"
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