
In psicoanalisi la Nachträglichkeit ci mostra anzitutto una cosa: per fare un trauma occorrono due tempi: qualcosa diviene vero, ma solo “dopo”; l’effetto tangibile di un’esperienza appare sempre più tardi e un ricordo rimosso diventa trauma solamente nachträglich, tardivamente. L’intuizione di Freud è che l’inconscio è qui, nella coscienza, secondo una relazione di coesistenza e simultaneità difficile da pensare e tuttavia ineludibile: c’è qualcos’altro, ma non in un altrove trascendente. Per questo dove l’inconscio è (wo Es ist), in atto, là l’Io sarà stato (wird Ich gewesen sein), sarà stato un fatto o un significato. Il ritardo è irriducibile perché è strutturale ed è tutt’uno con le cose. Il ritardo è anzi la cosa stessa, ma non è l’assoluto. La Cosa s’attarda ma è simultanea. Che l’effetto tangibile di un’esperienza appaia solo più tardi e che qualcosa divenga vero unicamente dopo significa allora, come affermano i filosofi del processo, che “il tutto non è dato” e che l’inconscio è reale.
Alessandra Campo (Roma) è assegnista di ricerca in filosofia presso l’Università degli Studi dell’Acquila e membro del Centro di Psicoanalisi e Filosofia Après-Coup presso la stessa università. Da diversi anni si occupa dei rapporti tra filosofia e psicoanalisi con particolare riguardo alle implicazioni metafisiche e cosmologiche della teoria freudiano-lacaniana (Bergson, Whitehead, Deleuze). Ha recentemente curato il volume L’Uno perverso. L’uno senza l’altro: una perversione? (L’Aquila, 2018).
Fabrizio Palombi - Alias, 27 gennaio 2019
"Nella logica dell'inconscio, l'indifferenza al tempo lineare"
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Filippo Zambonini - philosophykitchen.com, ottobre 2018
"Alessandra Campo - Tardività"
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