Se si ascoltano con attenzione i racconti di vita e si analizzano i testi letterari che narrano di esistenze finzionali, ci si accorge che c’è una netta divisione del mondo occidentale da quello orientale, in quanto gli stili sono modellati dalle strutture sociali e il senso di Sé viene determinato dalla cultura di appartenenza di un individuo. Le narratives, ad esempio quelle lacunose e dolenti che i migranti ci raccontano in “libertà vigilata”, adottano un format di volta in volta differente ed ereditato dalle generazioni precedenti. Capire le differenze tra questi format non solo è fondamentale per l’agenda politica contemporanea, ma svela anche i processi che presiedono alla creatività letteraria mondiale orientandosi a Est – dove a contare sono le relazioni interpersonali e la collettività – o a Ovest – dove a contare è il singolo individuo con i suoi irriducibili desideri e la sua storia personale.
Stefano Calabrese si è laureato a Bologna con Ezio Raimondi ed è attualmente Ordinario di Comunicazione narrativa all’Università di Modena e Reggio Emilia. Insegna Semiotica allo IULM, Comunicazione multimediale al Suor Orsola Benincasa di Napoli e Letteratura per l’infanzia nella Libera Università di Bolzano.
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