Giampaolo Ghilardi
Etica dell’agire scientifico e tecnologico
“Tu cosa preferisci? Un medico che ti tenga la mano mentre muori o un medico che ti ignori mentre migliori?! Certo che sarebbe davvero terribile un medico che ti ignora mentre muori!”. Con questa frase Hugh Laurie, l’attore inglese che impersonava il Dottor House nell’omonima e fortunata serie televisiva, catturava perfettamente l’idea un po’ cinica ma efficace dello scienziato oggettivo e anaffettivo. Quando cioè il camice bianco è vestito come corazza contro gli “inquinanti soggettivi”. In questa “matrice House” però manca una casella, quella del “medico che ti tiene la mano mentre migliori”: lo scienziato buono, non semplicemente il buono scienziato. Si può dire di più, spiegando quale relazione vi sia tra la bontà professionale, l’essere cioè capaci di produrre conoscenza affidabile, e la bontà morale, l’essere buoni in senso generale. Seguendo da vicino la prassi scientifica come si realizza nei laboratori, si valutano i modelli di interazione tra scienza ed etica: la morale della conoscenza.
Giampaolo Ghilardi (Bergamo, 1975) è ricercatore di Filosofia Morale presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, dove da anni svolge attività di didattica e ricerca nei campi dell’Etica Applicata, Bioetica ed Epistemologia. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: Leonardo’s Mistake: Not Evidence Based Medicine? in The Lancet, 390, 2017; An ethical evaluation methodology for clinical cases, in Persona y Bioética, 20 (1), 2016; Neuroetica: tra l’etica delle neuroscienze e le neuroscienze dell’etica, in I fondamenti dell’etica, Morcelliana, Brescia 2016.