
In occasione del bicentenario dalla nascita di Marx, questo libro ripercorre la prima fase della sua riflessione per indicarvi la persistenza di un’interrogazione tenace sul senso delle cose politiche, sull’essenza e sulla natura della politica in età moderna. La tesi è che i testi del decennio 1842-52 siano attraversati da un’inesausta tensione a elaborare una differente esperienza della politica rispetto a quella cristallizzata nella concettualità moderna, “riscrivendo” e “traducendo” il lessico politico in una nuova grammatica dell’emancipazione volta a tracciare, dentro la società civile, inediti confini e traiettorie di politicità. Il giovane Marx afferma il primato ontologico della dimensione sociale e nello stesso tempo identifica nel processo della sua radicale spoliticizzazione la cifra specifica della modernità: a partire da questo snodo, la costruzione marxiana del soggetto rivoluzionario viene qui riletta come articolazione di un progetto di integrale risignificazione politica di alcune sfere dei rapporti sociali e dell’esistenza collettiva.
Federico Tomasello è assegnista di ricerca e docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell’Università di Padova. Redattore di «Scienza&Politica», ha pubblicato, fra l’altro, La violenza. Saggio sulle frontiere del politico (2015) e L’inizio del lavoro. Teoria politica e questione sociale nella Francia di prima metà Ottocento (2018).