Stefania Schibeci

Jean Cocteau teorico del cinema

Informazioni
Collana: Cinema
2018, 152 pp.
ISBN: 9788857548258
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Sinossi

L’interesse di Jean Cocteau è interamente rivolto alla «poésie», come strumento principe per conoscere e rappresentare il mondo, soprattutto quello interiore, ed è proprio in questa chiave che bisogna leggere anche il suo cinema. Il suo approdo alla «dixième muse» è assolutamente naturale per un artista a tutto tondo come lui, che non ha mai operato una netta distinzione tra le arti, promuovendo una straordinaria intermedialità ed esplorando tutti i tipi di linguaggio fino a scoprire le potenzialità del connubio tra immagine e parola in questa «véritable art des poétes». I suoi film, intervallati spesso da un notevole lasso di tempo, si presentano come degli «objets difficiles à ramasser», secondo la celebre espressione di cui il poeta stesso si serve per definire le sue opere, in quanto è difficile inserirli a pieno in una corrente artistica e sono piuttosto criptici, se non si conosce a fondo la sua concezione del cinema. Infatti Cocteau può essere a buon diritto inserito nel novero dei teorici del cinema, in quanto, pur non avendo mai scritto un vero e proprio trattato sull’argomento, in numerose sue opere si evincono i principi guida della sua riflessione sul nuovo medium, che si ritrovano poi applicati nella sua filmografia.

Stefania Schibeci insegna Pittura e arti del XX secolo presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) di Milano. È autrice di una monografia intitolata: Le Phénomène de l’extase: Surrealismo, fotografia, montaggio (Mimesis, 2014). Suoi saggi sono stati pubblicati su «Predella», «Fata Morgana», «I Quaderni del CSCI», «Mélusine».

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