Sin dall’antichità le migrazioni si mostrano intrinsecamente legate ai fenomeni di modificazione degli spazi. Muovendo da questo dato, il volume affronta il complesso tema del rapporto tra identità e spazio. Spazio non è solo un concetto geografico, è anche un concetto culturale e simbolico – un luogo da cui si parte, con il suo carico di identità; un luogo al quale si giunge, e che possiede altra e diversa identità. Confini instabili separano gli spazi, la globalizzazione costantemente ne modifica la percezione; gli Stati approntano dispositivi di sicurezza per contenere le ondate migratorie, per arginare nei cittadini la paura. A fronte delle politiche di esclusione e isolamento, l’autore richiama l’attenzione sul concetto di persona; coniugando la tematica hegeliana del riconoscimento con le istanze della filosofia personalista di Mounier, delinea un percorso teorico teso al superamento della distanza che ancora separa i concetti di persona e cittadino.
Filippo Corigliano (Vibo Valentia, 1985), ha conseguito il titolo di dottore di ricerca nel 2016. Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, collabora con la Cattedra di Filosofia politica. Con la Casa Editrice Mimesis ha pubblicato La cultura della cittadinanza. Itinerario europeo e contesto globale, 2016.
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