
Il volume analizza la sorprendente fortuna contemporanea della Chora, introdotta da Platone nel Timeo nel tentativo di superare un problematico e insoddisfacente dualismo. Riscoperta da Heidegger, diventata un’ossessione per Derrida e consacrata definitivamente da Kristeva, tale termine – come si analizza nella prima parte del volume – diventa luogo centrale di un significativo filone del pensiero filosofico contemporaneo, legato ai temi della differenza ontologica, della comprensione del soggetto umano, dei limiti del linguaggio e della razionalità, dell’inaccessibilità della totalità. Il fascino di Chora travalica però i confini della filosofia per diventare stimolo fecondo per la riflessione teologica, la teoria architettonica e geografica, gli studi di genere – a questi temi è dedicata la second aparte del volume –. L’ultimo Platone emerge così in tutta la sua attualità: e se Chora fosse il nome antico del principio di indeterminazione di Heisenberg?
Andrea Ciucci dopo studi di teologia presso la Facoltà Teologica di Milano, si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Milano e successivamente ha conseguito il Dottorato in Filosofia della religione presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma. Ha approfondito in particolare quelle pratiche del pensiero contemporaneo (tra cui Heidegger, Ricoeur e Derrida) che impongono e problematizzano, arricchendolo, il nesso fra le due discipline. Lavora inoltre sul rapporto tra cibo e sacro nelle diverse tradizioni religiose. Socio della Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET), docente invitato all’ISSR Santa Caterina da Siena di Firenze, ha pubblicato su “Filosofia e Teologia” ed è anche autore di libri per bambini. È un presbitero cattolico.